È universalmente noto che una corretta alimentazione e un corretto stile di vita contribuiscono a contrastare il rischio di malattie croniche favorendo la longevità. La dieta mediterranea è inclusa tra gli approcci dietetici benefici per prevenire malattie non trasmissibili, come le malattie cardiovascolari, cancro, diabete mellito di tipo 2 e malattie renali croniche. tuttavia, vi sono pochi dati sull’impatto della dieta sulla funzionalità tiroidea, in particolare nei soggetti in sovrappeso o obesi.
La dieta mediterranea si distingue per
- Un elevato apporto di verdure, frutta, legumi, olio evo, frutta secca e carboidrati complessi, provenienti principalmente dai cereali
- Un moderato apporto di pesce, carne bianca ed alcolici durante i pasti
- Un basso apporto di latticini, insaccati e dolci.
Complessivamente, questo modello dietetico fornisce una bassa quantità di acidi grassi saturi e un’elevata quantità di antiossidanti, fibre oltre ad un notevole apporto di acidi grassi poliinsaturi derivati principalmente da olio evo.
Una maggior aderenza alla dieta mediterranea ha dimostrato di contrastare l’insorgenza dei principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, tra cui obesità, ipertensione, dislipidemia, disfunzione endoteliale, insulino-resistenza e uno stato infiammatorio di basso grado, mentre favorisce l’aumento del colesterolo HDL, della Vitamina D, e delle lipoproteine antiaterogeniche.
Diversi studi affermano che i disturbi metabolici e la disfunzione tiroidea sono strettamente collegati. Difatti, la ghiandola tiroidea è il principale regolatore metabolico e la sua omeostasi può influenzare la salute umana.
Alcuni studi dimostrano, infatti, che, nei pazienti obesi, c’è un lieve aumento sierico di TSH (Ormone stimolante tiroideo) e un più alto tasso di conversione periferico di T4 in T3. Ciò è stato messo anche in relazione all’associazione rilevata tra le concentrazioni sieriche di FT3 (Ormone Tiroideo) e l’adiposità addominale.
Per quanto riguarda la dieta, si è notato che esistono alimenti gozzigeni che influenzano la funzione tiroidea alterandone la sintesi degli ormoni, con conseguente distiroidismo (ipotiroidismo o ipertiroidismo) e gozzo.
Il principale elemento che altera la funzione della tiroide è lo iodio, ritrovato in molti alimenti tra cui sale iodato, cereali, frutti di mare, carne di manzo, pollo, budini, latticini. Difatti, gli ormoni tiroidei sono composti molecolari di iodio, e la tiroide è il principale deposito di iodio del corpo. La scarsa o l’eccessiva assunzione di questi alimenti può portare a disturbi tiroidei.
I derivati della soia e le crucifere sono stati descritti come fonti dietetiche gozzigeni ossia inibitori della produzione di ormoni tiroidei interferendo con il metabolismo dello iodio nella ghiandola tiroidea.
Selenio e Zinco, invece, apportano benefici nella funzione tiroidea in termini di prevenzione del danno cellulare. Estratti concentrati di questi elementi, infatti, sono usati come integratori antiinfiammatori delle patologie flogistiche della tiroide.
Ad oggi possiamo dunque affermare che la dieta mediterranea, intesa come modello di stile di vita sano, migliora la produzione di ormoni tiroidei senza determinare quadri patologici della tiroide.